«Giovedì partiamo tutti per Milano - afferma il direttore regionale Enzo Giammarino - e sarebbe il caso di presentarci con l'abito buono, voglio dire con qualche idea portante per il rilancio del settore». La cura di Assoturismo-Confesercenti, la federazione che associa oltre 1.500 imprese turistiche, contempla due ricette. «La prima - spiega Giammarino - è dare seguito allo spirito di collaborazione che si è manifestato in Consiglio regionale, con l'approvazione condivisa della legge Di Dalmazio, sull'estensione temporale delle concessioni balneari per i prossimi vent'anni; un risultato frutto della concertazione con le associazioni dei balneatori e di una intesa fra maggioranza e opposizione». La seconda ricetta è una proposta innovativa: «L'Abruzzo ha un punto in più di Irap, perché la Regione non destina il 50 per cento di questo punto, corrispondente a 20 milioni di euro, al turismo? Un'ipotesi fattibile e anche indispensabile, dal momento nel bilancio di previsione 2010, la Regione ha inserito appena 500mila euro.

Va bene che abbiamo avuto il terremoto, che dobbiamo far quadrare i conti della sanità, ma non è possibile giustificare tutti i tagli in nome del terremoto e della sanità. La situazione di Villa Pini è importantissima, però non è giusto neanche che la Regione discuta da un anno soltanto di questo problema. Tutte le altre Regioni hanno investito molto di più sul turismo rispetto alla nostra: basti pensare che le Marche, per stare a un territorio dalle dimensioni simili al nostro, hanno messo 40 milioni di euro. Per questo serve assolutamente una variazione di bilancio». «Chiediamo - ha affermato da parte sua Daniele Zunica, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti - l'apertura di una stagione di riforme per adeguare gli strumenti di sostegno al turismo, a partire dall'Aptr, dall'aeroporto e da un nuovo Piano marketing. La prima riforma non può che essere quella dell'Azienda di promozione turistica, che deve tornare al più presto nella piena disponibilità degli imprenditori, bisogna uscire dal commissariamento e riformarla in tempi rapidissimi. Alla voce presenze (si intendono le notti in albergo e non gli arrivi ndr), nel 2009 l'Abruzzo ne ha registrate 6,7 milioni, un calo del 12 per cento rispetto alla media nazionale del 7, ma comunque fisiologico a causa del terremoto. A conferma che la nostra regione ha grandi potenzialità e, tutto sommato, ha tenuto botta nonostante la crisi economica e la tragedia del 6 aprile».

Nodo strategico del rilancio dev'essere l'aeroporto: «La Regione mantenga l'impegno di finanziare la legge 57 del 2001 sulla promozione dell'aeroporto, - aggiunge Giammarino - in modo da consentire allo scalo di proseguire nella crescita. Nel 2009, nonostante la crisi economica e il sisma del 6 aprile, il numero dei passeggeri è cresciuto dell'1,8 per cento (402mila nel 2008, 410mila nel 2009), mentre in tutta Italia i principali scali sono in perdita, a eccezione appunto di Bergamo, Bologna, Cagliari e appunto Pescara. Questo è un punto di forza: non c'è sviluppo del turismo senza un aeroporto che serva gli interessi dell'Abruzzo. Occorre potenziare il settore dei cargo, grazie ad adeguamenti strutturali non più rinviabili e già previsti nel piano regolatore aeroportuale, e stringere ancora di più i rapporti con alcuni grandi vettori e collegando stabilmente Pescara almeno con due importanti hub, altrimenti le compagnie ci mettono un amen a cambiare scalo e scegliere quello a loro più conveniente.

Al tempo stesso va scritta una nuova pagina con Trenitalia: l'Abruzzo è tagliato fuori dai principali investimenti, e questa tendenza va subito invertita». Tutto questo lavoro, secondo Giammarino, non può prescindere dal Piano Marketing e dalla nuova legge sul credito agevolato: «Le riforme nel turismo - cnclude il direttore di Confesercenti - vanno affiancate da un piano marketing innovativo, che punti sui nuovi mezzi di comunicazione e che rimetta al centro l'unicità della destinazione Abruzzo e da una nuova legge di sostegno all'accesso al credito agevolato per le imprese turistiche (la attuale legge 77/2000)».

 


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